I Wine Club sono la moda del momento, ma cosa sono esattamente?

I Wine Club sono un nuovo modo di intendere l’approccio al vino, e sono fortemente collegati alla modalità di acquisto online, anche, con altri nomi esistono da sempre sul mercato offline.

Il movimento dei wine clubs nasce negli Usa, paese notoriamente all’avanguardia quando si parla di utilizzo di Internet, e si sostanzia nell’acquisto di un abbonamento online.

Inizio anni 2000, nascono i primi Wine Club

Dall’inizio degli anni ‘90 in Usa è esplosa quella che può essere definita una imponente ondata di vino-mania che ha riguardato soprattutto i vini francesi e quelli Italiani.

La produzione vinicola di qualità americana era ancora agli inizi, e malgrado le massicce produzioni che già allora si registravano, sono stati gli enologi europei ad innalzare il livello di tutto il movimento. Il pubblico ha quindi iniziato ad interessarsi al vino di qualità, e di lì a poco si quello degli Stati Uniti si è affermato come primo mercato mondiale. Da una così grande passione per il vino non potevano che nascere fenomeni di massa, come è stato per la ricerca spasmodica dei grandi vini francesi o dei famosi Super Tuscan italiani.

In questo contesto, una decina di anni dopo, grazie anche alla curiosità degli appassionati americani, nascono i primi wine clubs. Abbonamenti a box di vino che si possono acquistare online, alla cieca e dalla sorpresa assicurata. Vengono immediatamente visti come un forte aggregatore sociale (6 bottiglie da sole è dura berle, anche se c’è chi ci riesce), in fin dei conti cos’è il vino se non condivisione?                                                                                              

Wine Clubs in Europa

Come tutte le mode che provengono dagli Usa sai che ci mettono un pò ad arrivare, ma nella stragrande maggioranza dei casi sai anche che sarà un successo. E così è stato. I primi Paesi a sperimentare l’esperienza furono Regno Unito e Germania, nella prima metà dello scorso decennio, per poi invadere letteralmente tutto il vecchio continente.

In Italia

In Italia i Wine Clubs stanno incominciando solo ora a registrare una grande domanda, cavalcando la sempre maggiore richiesta dell’ abbonamento a domicilio, come spiega Apewineboxes.com, azienda leader leader in Italia.

Gli abbonamenti online ormai coprono qualsiasi campo, e rappresentano una parte importante della nostra vita. Dallo Streaming, allo Shopping di qualsiasi genere fino ad arrivare ai quotidiani.                                                      

Gli effetti della Pandemia

E’ stato un evento scioccante, come quello del Covid, ciò che ha dato un’accelerata a tutto il settore dell’unboxing, dal boom degli e-commerce a quello dei Wine Clubs.

Le persone sono state costrette a passare molto più tempo in casa, ed allora hanno incominciato a testare i servizi online, tra cui le gettonatissime subscriptions legate al mondo del vino.

Questo successo coincide anche con la crescente curiosità del pubblico verso nuove area di produzione di cui non sempre è possibile reperire prodotti ma che conservano nella tradizione la qualità dei propri vini.

Siamo portati a pensare che solo Italia, Francia o Spagna producano vino di livello, e questo non è più vero ormai da molti anni.

Il pubblico sta finalmente tornando ad apprezzare un’idea di vino sempre più naturale ed in paesi come Slovacchia, Georgia, Moldavia o Grecia questo tipo vinificazione è la normalità. Per questo stanno registrando un grandissimo successo.

Tipologie di abbonamento

Gli abbonamenti vino normalmente sono da 3 o da 6 bottiglie e possono includere le più diverse offerte. Esistono gli abbonamenti per beginners o per Esperti, e possono avere cadenze che vanno dal bisettimanale fino all’annuale. Per poi essere rinnovati automaticamente, salvo la possibilità di essere disdetti in qualsiasi momento, senza costi aggiuntivi. Ciò rappresenta una grande garanzia nei confronti di chi ancora nutre dubbi e vuole essere certo di non aver investito male i propri soldi.

In Italia un buon 40% della popolazione sotto i settanta anni ancora denota remore ad acquistare online, ovviamente è una percentuale che andrà assottigliandosi non appena l’ultima generazione, internet addicted, non avrà l’opportunità di poter spendere soldi propri in attività virtuali.