Una Milano da scoprire: una città che non è solo vetrine scintillanti e aperitivi sui Navigli, ma che è intrisa di cultura e di storia. Ne è un esempio la Statua della Libertà del Duomo di Milano certamente meno conosciuta, tuttavia non per questo meno importante di quella di New York. Si chiama in realtà “La Legge Nuova” ed è stata realizzata nel 1810 dallo scultore Camillo Pacetti: proprio quest’opera sembrerebbe essere stata presa a modello nel 1866 dallo scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi per realizzare la più conosciuta statua d’oltreoceano. Milano è anche la città del ricordo e lo dimostra con il Binario 21, dove ha sede il Memoriale della Shoah: da qui partirono migliaia di persone deportate nei campi di concentramento nazisti.

Andiamo a scoprire tutto questo magari attraverso un Milan Bike Tour dove, grazie al turismo lento, possiamo conoscere intimamente questi luoghi.

Che cosa ci fa la statua della Libertà sul Duomo di Milano?

Sulla facciata del Duomo di Milano non passa inosservata la “Statua della Libertà” meneghina. Il nome della scultura è “La Legge Nuova”: si trova sul lato sinistro del finestrone seicentesco, sopra il portone d’ingresso principale della Chiesa. La rappresentazione scultorea impersonifica il Nuovo Testamento: la donna, vestita con una tunica, ha la testa cinta con una corona stellata e nella mano destra regge una fiaccola, esattamente come quella di New York. La mano sinistra si appoggia ad una croce. Completa il tutto la vicina statua de “La Legge Vecchia”, rappresentazione dell’Antico Testamento, che si trova sul lato destro dello stesso finestrone e che regge in mano delle tavole.

I dettagli di queste due statue messi insieme, riproducono in maniera esatta le caratteristiche della Statua della Libertà di Bartholdi. Tutto fa pensare che lo scultore francese si sia ispirato alle due creazioni di Camillo Pacetti per dare vita alla popolare statua newyorkese.

Il Binario 21: un luogo senza sogni e libertà

Un altro luogo simbolo di Milano è il Binario 21 che si trova sotto la Stazione Centrale. Un luogo di memoria e di storia: il Binario 21 non è un binario qualsiasi ma quello da cui partirono, tra il 1943 e il 1945, i treni stracolmi di ebrei ed oppositori politici diretti nei campi di concentramento tedeschi. Qui ha sede anche il Memoriale della Shoah di Milano, collegato ad un più ampio progetto che si propone di rendere omaggio alle vittime dello sterminio nazista.

L’area non è collegata ai binari della Stazione Centrale, in quanto inizialmente predisposta come una zona per lo scarico e il carico della posta: anche se il nome potrebbe tranne in inganno, il Binario 21 si trova in realtà sotto il 18esimo binario della Stazione meneghina e non sotto il 21esimo come logicamente verrebbe da pensare. Una grande scritta accoglie turisti e visitatori: a lettere cubitali è impressa la parola “indifferenza“, che ben rispecchia il sentimento patito dagli ebrei e dalle persone deportate.

Quattro carri merci dell’epoca della seconda guerra mondiale sono posizionati all’interno del Memoriale: tra il 1943 e il 1945 da qui partirono una ventina di convogli e ogni vagone ospitava dalle 50 alle 80 persone stipate all’interno senza finestre e senza mangiare nè bere, in condizioni igieniche a dir poco precarie. Mentre d’inverno faceva maledettamente freddo, d’estate il caldo era infernale da sopportare. La durata del viaggio era solitamente di sette giorni, ma non tutti sopravvivevano alla traversata.

All’interno del memoriale si trova anche il Muro dei Nomi, dove sono riportate le generalità delle 774 persone deportate con i primi due convogli, tra cui Liliana Segre. In bianco sono stati scritti i nomi delle vittime, in arancione quelli dei sopravvissuti, che sono solo 27. In una fossa di traslazione della stazione si trova un luogo di riflessione, opprimente e buio, che può essere utilizzato da chi desidera effettuare un momento di raccoglimento.

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