La cannabis è un argomento sempre attuale e molto discusso tra la popolazione. Da un lato, troviamo le persone che apprezzano il suo utilizzo e vorrebbero una piena legalizzazione, come in molti altri Stati, mentre dall’alto troviamo una schiera di persone che la considerano a tutti gli effetti una droga, e pertanto dovrebbe rimanere fortemente vietata.
In mezzo a questo dibattito da un paio di anni si è inserita la cannabis light, una particolare variante con basso contenuto di THC (la sostanza che porta effetti allucinogeni). Ciò consentirebbe di utilizzare la canapa e sfruttare i suoi effetti benefici, soprattutto dal punto di vista dell’umore, con allontanamento di ansia, stress ed effetti calmanti, e terapeutico, per combattere gli effetti negativi della chemioterapia e aiutare le persone che soffrono di epilessia.
Ma quando effettivamente la cannabis può essere considerata light? E qual è la principale differenza rispetto la cannabis terapeutica, da molti considerata la medesima cosa? Proviamo a scoprirlo di seguito.

Le caratteristiche della cannabis light

Bisogna specificare che la nomenclatura “cannabis light” non è ufficiale, in quanto non è mai stata data una vera e propria dicitura a questa tipologia di sostanza. Spesso è comune leggere cannabis legale, per differenziarla appunto da quella illegale e vietata attualmente nel nostro Paese (e non solo).
Un aspetto importante dal punto di vista legale è che la cannabis light è l’unica che può essere autonomamente coltivata, senza autorizzazione specifica. E’ necessario però che rispetti un’unica condizione, ovvero un contenuto di THC, acronimo che indica il tetracannabinolo, inferiore al 0,05 g per Kg. Con un contenuto così irrisorio vengono eliminati del tutto gli effetti psichedelici tipici della cannabis, togliendola di fatto dalla lista delle sostanze stupefacenti.
Da evidenziare il fatto che, purtroppo, la regolamentazione generale dal punto di vista giuridico sulla cannabis legale è ancora molto frammentaria e lacunosa. Non si specifica, ad esempio, quali parti possano essere lavorate e trasformate e in quali ambiti specifici essa può essere utilizzata.
Inoltre, con la legge n. 242 del 2016, anche in Italia è possibile acquistare prodotti light, quindi con contenuto irrisorio di THC, derivati dalla cannabis, come ad esempio marijuana, hashish e olio di CBD.
Gli effetti principali della cannabis light variano da persona a persona, ma sono di lieve entità e principalmente riguardano una sensazione di calma e rilassamento generale, favoriscono il riposo notturno, alleviano i dolori muscolare ecc.

La differenza tra cannabis light e cannabis terapeutica

E’ importante fare una distinzione tra la cannabis legale e quella terapeutica. Quest’ultima viene utilizzata solo in casi gravi e specifici, sotto prescrizione di un medico e acquistabile soltanto in farmacia, sotto forma di presidi medici preconfezionati. Un esempio di utilizzo è per una persona che sta svolgendo chemioterapia e soffre di dolori e disturbi cronici dovuti al trattamento. L’unica differenza tra la cannabis terapeutica e quella light è la differenza di THC contenuto, notevolmente superiore, tra il 5% e l’8%.

Dove comprare la cannabis light

Sono numerosi i rivenditori, sia fisici sia online, che vendono svariate tipologie di cannabis light, legalmente e rispettando tutti i requisiti imposti dalle legge in vigore. Per chi preferisce gli acquisti online, quindi con consegna direttamente al proprio domicilio, su https://www.justmary.fun si può acquistare la cannabis light, in assoluta sicurezza, con prezzi convenienti e consegna estremamente rapida.